sabato 5 gennaio 2013

Quel poco che abbiamo è già troppo...

...e così finiscono questi 4 giorni.
...e così, come ogni ritorno, non si pensa altro a come ripartire. ripartire per tornare proprio là o ripartire con la vita di sempre. 
la vita in camposcuola è a parte, ha le sue regole, i suoi tempi, le sue relazioni. è come essere in San Marino. la vita in quei 4 giorni è densa di un sacco di cose. la condivisione degli spazi, dei pensieri, dei doveri... dei piaceri. 
tornerei in quella cappellina così polverosa e mi siederei di nuovo a gambe incrociate a raccontare cosa mi ha cambiato la vita, cosa mi rende così felice sebbene sia così triste e doloroso. starei di nuovo là ferma ad ascoltare storie di moto, di seminario, di vespe, di amici, di scuola, di musica, di papà e mamme, di famiglie lontane, di nuove famiglie. starei lì di nuovo a guardarli tutti e a pensare che forse serve davvero a qualcosa. la consapevolezza di fare qualcosa di giusto per questi 18 ragazzi che hanno scelto di passare con noi questi 4 giorni. i ragazzi d'oggi. quelli che vengono criticati, accusati, martoriati, mitragliati dai ragazzi di una volta. i ragazzi d'oggi che qualche volta combattono per i loro ideali, per affermare le loro idee, per portare avanti una loro scelta. quelli che soffrono e che ce la mettono tutta. quelli che si sfogano, e mai come in quei momenti di dialogo, si sentono finalmente ascoltati ed accettati per quello che sono. quegli stessi ragazzi che fanno foto splendide con la loro reflex nuova, che cantano al karaoke le nostre canzoni, che si scatenano in balli sfrenati, che scaldano pizzette e pane sopra ad un termosifone, che lavano e asciugano i piatti e chiedono un caffè. 
sono gli stessi ragazzi che a volte si trovano di fronte a strade sbagliate, che scelgono le strade sbagliate, che hanno famiglie poco vicine, amici poco amici... 
credo nei nostri campiscuola, nelle chiaccherate tra la polvere di quei tappeti, nelle risate in una camerata, negli scioglilingua a pranzo, nel mal di gola dopo il karaoke, nell'odore di sudore dopo una serata discoteca. 
e così finiscono questi 4 giorni e la nostalgia è tanta. l'atmosfera fuori di lì è diversa, i pensieri sono altri e le persone sono tante e altre. quello che accade in campo resta in campo, ma l'entusiasmo e la felicità sono palpabili. c'è chi non sa nulla di tutto questo, chi non si fida, chi crede che non ci sia niente da insegnare, che non ci sia nulla da salvare in quei ragazzi d'oggi. io credo invece che a volte basti poco. che non sia semplice, ma nemmeno impossibile. che se posso dare tanto, ho la possibilità di ricevere di più. 
sono felice di aver fatto certe scelte, di aver intrapreso nuove strade, di avermi riempito la vita di impegni, l'agenda di date e avvisi. sono contenta di fare tutto questo... perchè poi tutto torna indietro con un valore aggiunto. e quello che sento io dopo soli 4 giorni insieme, non lo può dare nessunissima altra serata normale. con la gente normale. usi e costumi normali. locali normali. 




" credo che ci voglia un Dio ed anche un bar... 
credo che stanotte di verrò a trovare 
per dirci tutto quello che dobbiamo dire, 
o almeno credo... " 
almeno credo - ligabue 

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