lunedì 24 settembre 2012

lontano dagli occhi, vicino al cuore.


tutto qua. e forse in Chiese come questa non c'era altro di meglio da dire. perchè la Chiesa stasera non è fatta di marmi e statue preziose. di altari e fiori profumati. è fatta di persone, di giovani, di occhi pieni di lacrime, di bocche mute, di orecchi attenti. di giovani che credono e che pregano e di giovani che non credono e non pregano. di quelli che partecipano e di quelli che partecipano solo fisicamente. 

ma stasera forse qualcosa è cambiato. stasera forse qualcuno ha accarezzato l'idea che credere in qualcosa è possibile. non è semplice. ma non è una cosa da vecchi, da sfigati, da fuori moda. solo da animatori, da chi và a Messa ogni domenica, da chi si fa il segno della croce ogni mattina. che può essere una cosa da chiunque. anche per quelli che si divertono al bar, che ballano in discoteca, che fanno l'amore, che litigano,  che baciano, che conoscono un sacco di gente, che sono affascinanti, che si vestono bene, che hanno i genitori separati. che non hanno una famiglia. o che magari hanno perso un figlio. un fratello. un amico. 

credo ci sia poco da dire quando ci si trova davanti ad una Chiesa che aspetta spiegazioni, motivazioni, giustificazioni, disegni, soluzioni. credo sia difficile rispondere alle domande di quegli occhi fissi. dare spiegazioni a quelle presenze che non fanno mai parte di quei muri. farsi ascoltare da quegli orecchi sempre pieni di altro. a quelle menti cementate nelle nuove idee, nelle nuove espressioni, nei nuovi credo. credo ci sia poco da dire, ma tanto da dare. e credo che quel dare siano state le parole di stasera. sperando sempre che qualche idea cambi. sperando sempre di riuscire a convincere qualcuno che la Chiesa siamo noi. con i nostri problemi, le nostre difficoltà, gli ostacoli e gli imprevisti, le disperazioni e le tragedie. che siamo Chiesa anche quando si condivide un momento di Insieme. un qualsiasi momento di insieme. che siamo Chiesa quando ci impegniamo in qualcosa per qualcuno. che lo siamo senza troppe domande o magari con tutte le domande che ci vengono in mente. attendendo risposte magari. andando a studiare cosa eravamo prima, chi ha lottato prima. partendo dall'oggi magari. perchè si può partire anche adesso a credere. alla nostra età. perchè nulla ci vieta di dubitare ora e in un futuro. nessuno ci obbliga a seguire una strada o a proclamare una certa verità. basta credere che esistiamo. che il dono della vita è il dono più grande, impagabile e non dipende da cosa facciamo o come lo facciamo; non è un premio per una gara o una punizione per una marachella. la vita l'abbiamo ricevuta in cambio di nulla.
l'abbiamo ricevuta. punto. e qualcuno ce l'ha data. punto. 

è così semplice. 



ciao enrico, le lanterne sono arrivate lassù di sicuro... lontane dai nostri occhi, vicine al tuo cuore. 


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